Lo stretching aumenta la flessibilità e l'elasticità dei muscoli e dei tendini, con un miglioramento complessivo della capacità di movimento.
Esistono diverse tecniche di allungamento muscolare, le più comuni sono:
- stretching statico
- stretching dinamico
- facilitazione neuromuscolare propriocettiva (PNF).
Tutte queste tecniche sono ugualmente efficaci a migliorare la "range of motion" (ROM), ma hanno delle piccole differenze:
stretching statico
Si tratta di un allungamento lento del muscolo quando l'articolazione è alla fine del suo ROM. questo stretching permette un rilassamento dei fusi neuromuscolari facendone diminuire l'attività. Inoltre viene inibita l'attività riflessa del muscolo permettendo un allungamento ulteriore.
stretching dinamico
Questa tecnica viene anche detta "metodo con molleggio". Si produce un allungamento spingendo l'articolazione al di la del suo ROM, per poi ritornare in posizione iniziale (oscillazione). Il movimento rapido produce un allungamento ed una successiva contrazione dei fusi neuromuscolari per via riflessa.
Il movimento deve essere controllato e preceduto da un riscaldamento adeguato, esagerare con questi esercizi potrebbe portare a traumi nelle fibre muscolari causando dolore.
PNF
Anche detto metodo "contratto-rilassato".
Un gruppo muscolare, precedentemente allungato, esegue una contrazione isometrica che viene seguita da un allungamento statico e lento dello stesso.
La contrazione isometrica del muscolo antagonista facilita un'azione riflessa dell agonista. In questo modo l'attività contrattile dell'antagonista viene inibita durante la fase di stretching.
Il metodo PNF difficilmente può essere eseguito da soli, serve infatti un assistente che contrasti il movimento durante la contrazione isomentrica.
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